Modulo 8 - IL SALVAMBIENTE. LE TECNOLOGIE DELL'AMBIENTE
PER L'AMBIENTE
Rapporto euristico tra le tecnologie e lo sviluppo sostenibile
Liceo Scientifico "Pitagora" di Selargius;
Scuola media "Dante Alighieri" di Selargius;
Scuola elementare 1° Circolo di Monserrato.
Da qualche anno, grazie alla forte pressione
mediatica esercitata dai movimenti ambientalisti, si è sviluppato
un dibattito culturale sulla "questione tecnologica", cioè
tra le interazioni e ricadute (positive e/o negative) tra sviluppo
scientifico-tecnologico ed ambiente, che viene spesso proposto da
un lato come la possibilità di uno sviluppo indefinito della
tecnologia indipendentemente dai rischi che questo può comportare
per l'ambiente mentre dall'altro i propugnatori di uno sviluppo sostenibile
affermano che le conseguenze della ricerca scientifica (es. in robotica,
ingegneria genetica e nanotecnologie) potrebbero condurre ad una "distruzione
di massa incoraggiata dalla conoscenza", e propongono la "limitazione
di alcuni tipi di conoscenze".
Tale contrapposizione ha messo in secondo piano il dibattito incentrato
sull'interazione positiva tecnologia-ambiente, cioè:"
può lo sviluppo tecnologico produrre reali ricadute positive
sull'ambiente?" Se, per esempio, ci riferiamo all'utilizzo delle
tecnologie avanzate nel campo delle operazioni di bonifica in presenza
di situazioni di crisi ambientale, sicuramente troveremo tutti d'accordo.
Affrontando altri contesti, come quello legato all'utilizzo in campo
agroalimentare delle tecnologie legate alla biogenetica allo scopo
di ridurre il rischio ambientale dovuto all'eccessivo utilizzo di
pesticidi, le opinioni contrarie sono spesso in maggioranza (almeno
in Europa).
Partendo dal presupposto che non si può porre rimedio agli
effetti disastrosi del progresso rinunziando al progresso, è
giocoforza assolutamente necessario superare un certo generico fondamentalismo
ambientalista che attacca la scienza e la tecnologia in quanto tali,
per via della la concezione limitata che se ne ha in occidente da
Bacone in poi, come strumento di dominio dell'uomo sulla natura.
Solo se si sapranno incanalare le tendenze del mercato in senso opposto
a quello distruttivo tuttora prevalente nei paesi sviluppati e dilagante
in maniera incontrollata nel Sud del mondo.
È quindi evidente che lo sviluppo e la diffusione di tecnologie
a minor impatto ambientale sono requisito essenziale per uno sviluppo
meno insostenibile della nostra società. Nel perseguire tale
obiettivo, tuttavia, occorre mantenere rigore e lucidità di
analisi. Purtroppo non è sempre così, non solo a livello
di media e di opinione pubblica ma anche tra gli esperti. Una grossa
difficoltà consiste nell'individuare con chiarezza gli obiettivi
e i problemi da affrontare. Ugualmente, non è facile vedere
tali problemi anche nel loro contesto piu' generale ed evitare visioni
parziali e riduzionistiche
L'analisi del contesto locale in Sardegna, in particolar modo per
la provincia di Cagliari(fonte Valutazione Ex ante Ambientale - POR
Sardegna 2000-2006 - Sintesi), evidenzia un forte carico per l'ambiente
dovuto ad aree ad elevato rischio tecnologico attribuibile alla presenza
sul territorio di attività antropiche, impianti produttivi,
infrastrutture e reti tecnologiche che possono costituire pericolo
per l'uomo e per l'ambiente. Queste aree al elevato rischio ambientale
necessitano di un intervento di risanamento di insieme.
Nell'ambito del POR sono espressamente previste misure (misura 4.4,
4.1), che prevedono azioni atte al rafforzamento di filiere produttive
esistenti ed alla creazione di nuove filiere a basso impatto ambientale
attraverso progetti integrati orientati allo sviluppo di tecnologie
innovative ecosostenibili.
La nostra analisi dei bisogni formativi del territorio ha evidenziato
una limitata conoscenza, da parte degli studenti dei vari ordini di
scuole, del reale livello di criticità delle problematiche
ambientali ( sia generali ed ancor più quelle legate alla "questione
tecnologica") sia a livello mondiale, nazionale e regionale e
anche nella provincia di Cagliari
Gli allievi tendono spesso a riproporre passivamente i connotati positivi
e negativi dell'immagine della propria Regione che provengono dai
mass media nazionali, ignorandone le emergenze specifiche.
Inoltre i ragazzi hanno in genere una limitata capacità di
analisi di problematiche complesse specialmente in ambiti cruciali
quali quelli legati alle ricadute della tecnologia sull'economia del
territorio.Tale limite è attribuibile, soprattutto negli studenti
del Liceo, da un lato alle caratteristiche del corso di studi che,
privilegiando l'approccio teorico, non consente adeguati approfondimenti
di casistiche emblematiche, e dall'altro ad una generale carenza metodologica
nello studio di sistemi complessi.
Pertanto anche la mentalità dei bambini, dei ragazzi e dei
giovani nei confronti del problema progresso scientifico-tecnologico
ed ambiente oscilla tra due tipi di fatalismo: quello che li consegna
ad un atteggiamento ostile o diffidente nei confronti del progresso,
visto come nemico della natura e perciò dell'uomo e l'altro
che li rende disponibili a pagare costi molto alti pur di non rinunciare
ai vantaggi utilitaristici dello sviluppo qualunque esso sia.
Occorre pertanto una analisi della situazione di partenza relativamente
all'atteggiamento mentale dei ragazzi nei confronti delle problematiche
ambientali nonché un'indagine relativa ai prerequisiti mancanti
ma necessari per un percorso formativo interessante ed efficace.
Urge un intervento pedagogico formativo, differenziato per i tre ordini
di scuola, che permetta agli allievi di acquisire conoscenze, in particolar
modo sulle tecnologie legate all'ambiente, per poter valutare criticamente
l'impatto delle scelte tecnologiche attuali e future di sviluppo economico,
locale e regionale ed i relativi interventi di tutela e ripristino
ambientali necessari.
» Obiettivi
formativi specifici e trasversali
»
Articolazione e contenuti del progetto
»
Linee metodologiche